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venerdì 17 gennaio 2014

Se un uomo è ridotto allo stato vegetativo spetta il danno morale?


C'è chi ha sostenuto che il danno morale, in caso di grave infortunio sul lavoro (e non solo), spetti solo se il danneggiato abbia un'effettivo dolore psichico, una differenza psichica rilevabile.
E' il caso ad esempio di chi sia rimasto mutilato e soffra per questa sua condizione.
Su questa linea si è sostenuto che se un danneggiato è ridotto allo stato vegetativo è incapace di provare dolore ed emozioni e quindi non abbia, lui, un danno morale da sofferenza psichica.
La Cassazione con la sentenza 1716 del 7 febbraio 2012, ha statuito che: "Il danno morale non deve configurarsi soltanto come riparazione delle sofferenze psichiche ma anche come lesione della dignità personale, particolarmente evidente quando un padre di famiglia venga ridotto allo stato vegetativo e così perda ogni legame con la vita, compresi i vincoli affettivi nell'ambito della comunità familiare, tutelata dagli artt. 2, 29 e 30 Cost. Sarebbe iniquo riconoscere il diritto soggettivo al risarcimento di un danno non patrimoniale diverso dal pregiudizio alla salute e consistente in sofferenze morali, e negarlo quando queste sofferenze non siano neppure possibili a causa dello stato di non lucidità del danneggiato."
Io aggiungo che è in ogni caso risarcibile, calcolandola a parte, la sofferenza dei familiari ad esempio che sia causata dal sinistro.

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