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venerdì 22 novembre 2013

Il datore di lavoro paga quando è colpa del lavoratore?

Al di là del gioco di parole del titolo, il datore di lavoro è responsabile anche quando l'incidente sia avvenuto anche per una distrazione o errore del lavoratore.
Questo nel caso in cui abbia omesso di adeguarsi alla normativa sulla prevenzione degli infortuni e/o abbia omesso di esercitare il suo dovere di sorveglianza.
Prendiamo il caso di un operaio edile che muoia per la caduta di un oggetto pesante sulla sua testa. Supponiamo che non indossasse il dovuto casco protettivo.
E' evidente che l'incidente è avvenuto anche per colpa del lavoratore il quale ha omesso di indossare il casco, pur avendolo.
La colpa del datore di lavoro sussiste comunque perché a suo carico c'è sempre l'obbligo di sorveglianza, l'obbligo di controllare che i lavoratori seguano le norme di prevenzione, ad esempio quella di indossare il dovuto casco.
In altri termini non esiste uguaglianza tra le posizioni del datore di lavoro e del lavoratore. Si presume infatti che il primo abbia più responsabilità proprio perché dotato di maggiore potere contrattuale.
Nel senso della responsabilità del datore di lavoro anche la recente sentenza della Cassazione civile , sez. lavoro, sentenza 04.02.2013 n° 2512 per la quale il comportamento colposo del dipendente non è tale da liberare dalle proprie responsabilità il datore di lavoro. 

giovedì 21 novembre 2013

La morte per infarto può essere considerato un infortunio sul lavoro?

Cosa accade se si muore per infarto durante il lavoro?

Si può parlare di infortunio sul lavoro e quindi di risarcibilità da parte dell'INAIl o magari del datore di lavoro?
La Cassazione (sez. lavoro, sentenza 26231 del 15.12.2009) ha precisato che occorre ci sia una causa violenta e straordinaria che agisca all'interno dell'organismo del lavoratore, provocando l'infarto cardiaco.
Perchè si abbia diritto al risarcimento occorre che questa causa violenta sia collegabile causalmente  a specifiche condizioni ambientali e di lavoro che siano eccedenti la normale tollerabilità ed adattabilità dell'organismo umano.
In altri termini non sarà risarcibile ad esempio chi abbia avuto l'infarto in occasione di un litigio di poco conto nell'ambiente lavorativo.
La risarcibilità c'è invece nel caso in cui ci sia una causa pesante, una causa che di per se' è idonea a scuotere una persona normale, ad esempio una rapina per un impiegato bancario.
A seconda poi di come siano avvenuti i fatti il diritto al risarcimento può essere solo nei confronti dell'INAIL o anche del datore di lavoro.